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MuseumMAGMA Museo delle Arti in Ghisa nella Maremma

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Benvenuti al museo MAGMA Museo delle arti in ghisa nella Maremma!

Siamo dentro la ex Città fabbrica, primitivo nucleo intorno a cui si è sviluppata, nei secoli successivi la città moderna. Lo stabilimento follonichese, chiuso definitivamente nel 1960, ha raggiunto il suo massimo sviluppo nell’800, e tutti gli edifici all’interno di quest’area erano un tempo connessi alla lavorazione del minerale di ferro.

La fabbrica, nacque grazie alla volontà di Leopoldo II di Lorena, il Granduca di Toscana che tanto ha amato questi luoghi, un tempo malsani per le paludi e la malaria. Infatti Leopoldo II, il “babbo” di Follonica, dette il via nel 1831 a un’opera di bonifica della Maremma e impiantò proprio in questi luoghi la Imperiale e Reale Amministrazione delle Miniere di Rio e delle Fonderie del ferro di Follonica, che divenne in poco tempo il centro più importante di smistamento del ferro toscano.

Qui nacque anche una fonderia artistica, con una scuola di ornato e di disegno. I prodotti nati in questo contesto sono vere e proprie opere d’arte, che nella prima metà dell’800 sono state esportate in tutta Italia (per esempio a Firenze la balaustra del duomo, o i colonnini di piazzale Michelangelo, o altri modelli di arredo urbano).

In realtà anche gli Etruschi, già nel VI sec. ac, a solo un paio di km da qua, già lavoravano il minerale di ferro proveniente dall’Isola d’Elba!

La posizione geografica di Follonica era strategica: davanti, l’Elba, ricca di miniere di ferro, intorno, boschi e ricchi corsi d’acqua. Per la lavorazione, oltre alla materia prima, erano fondamentali due altre risorse: l’acqua, per produrre l’energia necessaria al funzionamento dei forni, e il legname, per ottenere il carbone.

Il MAGMA si trova nell’edificio più antico di tutta la città fabbrica, nel Forno San Ferdinando. Come gli altri importanti edifici dell’area (la Fonderia Leopolda adibita a teatro, la Fonderia n.1 a spazio espositivo, l’ex Officina meccanica che ospita la Biblioteca), anche il Forno San Ferdinando è stato restaurato e destinato ad uso culturale.

Entrando, davanti a noi il busto in ghisa di Leopoldo II, non potrebbe essere diversamente! Nelle sale che seguono, i modelli di legno finemente intagliati ci mostrano la maestria raggiunta dai lavoranti della fonderia artistica. Le postazioni multimediali ci supportano per approfondimenti o per rispondere a semplici curiosità: grazie alla tecnologia possiamo vedere le mani di un maestro falegname all’opera, ascoltare i rumori degli attrezzi mentre intaglia un modello per la fusione, oppure osservare da vicino, fin nei minimi dettagli, i 2 simboli della città, il monumentale Cancello magonale, che chiudeva le mura della fabbrica, e la Chiesa di San Leopoldo, uno dei rari casi di architetture in ghisa, in cui l’uso del metallo non solo arricchisce le parti decorative ma è impiegato per gli elementi strutturali.

Aggirandosi tra le sale, in un meraviglioso intreccio di spazi, che alternano possenti pieni a suggestive aperture, è facile scorgere la ruota idraulica, sapientemente ricostruita, che con effetti audiovisivi assai efficaci sembra ancora far muovere l’acqua che arrivava dalle gore e confluiva nel bottaccio, una grande vasca esterna di raccolta tuttora visibile all’esterno.

Il livello successivo è dedicato alle risorse, grazie a cui Follonica è divenuta un centro siderurgico così importante: testimonianze orali, filmati, giochi, ci fanno apprezzare il duro e paziente lavoro dei carbonai, molti dei quali arrivavano dagli Appennini nei boschi della Maremma per la produzione del carbone.

In questo piano troviamo anche una sezione dedicata agli Etruschi, con reperti e postazioni interattive.

Una stazione ferroviaria, con tanto di ufficio della direzione, ci accoglie per narrare le vite di alcuni lavoranti. Scegliendo un faldone dall’archivio e appoggiandolo sulla scrivania....si avvia la visione delle loro storie.

Per finire, possiamo prendere il treno, per un viaggio alla scoperta della ghisa nel mondo.

Ma gli spazi più suggestivi del Museo sono senz’altro quelli del seminterrato: qui sembra di entrare nel vivo della fabbrica: suoni, rumori accompagnano le fasi di lavorazione fino alla fusione finale. Qui possiamo incontrare persone che hanno realmente vissuto la vita della fabbrica, e chiedere com’era la vita di allora, le paure, le soddisfazioni, i bisogni, gli affetti.

Per concludere, il gioco della fusione testerà quanto abbiamo appreso. Saremo in grado di compiere come un bravo maestro fusorio il ciclo della fusione?

Grazie della visita, vi aspettiamo al museo!

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